
Le lampade ad alto consumo energetico lasciano ufficialmente il posto al LED: dal mese di settembre, infatti, le lampade alogene non sono più commerciabili, così come impone la normativa europea che mira ad una drastica riduzione dei consumi e quindi dell’impatto ambientale.
Con il Regolamento (UE) 2015/1428 sulla progettazione ecocompatibile delle lampade, dal 1° settembre 2018 sono vietate la produzione, l’importazione e l’immissione nel mercato europeo di lampadine alogene non direzionali. Tuttavia, i negozi possono smaltire le scorte in magazzino fino al loro esaurimento.
Il divieto riguarda quasi tutti i modelli alogeni, ad eccezione di alcuni utilizzati per proiettori, lampade da tavolo o faretti direzionali, purché a consumi ridotti: si tratta, in particolare, delle lampadine con attacco G9 o R7S (con almeno classe energetica C) e dei comuni “faretti” (quelli con attacchi GU10/GZ10 e quelli con attacchi E14 ed E27, purché direzionali).1 Tutti gli altri modelli, comprese le classiche lampadine “a pera”, sono banditi.
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La rivoluzione a LED per l’abbattimento dei consumi
Con l’entrata in vigore della direttiva europea 2005/32/CE e delle successive norme giuridiche – l’ultima delle quali è appunto il Regolamento (UE) 2015/1428 – sono stati gradualmente riformulati i requisiti di progettazione ecocompatibile delle lampade, consentendo ai produttori di disporre di tempi sufficienti per adattare i prodotti alle nuove normative.
La Commissione europea aveva analizzato gli aspetti tecnici, ambientali ed economici dei prodotti per illuminazione tradizionalmente utilizzati negli ambienti domestici, ponendo particolare attenzione all’energia usata ed alle emissioni di mercurio.
Dopo l’abbandono delle lampadine a incandescenza nel 2012, la politica ambientale europea per la riduzione dei consumi energetici taglia il traguardo successivo, seppur con discreto ritardo: la messa al bando delle lampadine alogene, infatti, doveva scattare il 1° settembre 2016, ma gli Stati membri dell’Unione Europea hanno poi deciso di posticipare la data di due anni, per attendere un pieno sviluppo della tecnologia a LED.
I sistemi a LED (Light-Emitting Diodes), i cui primi sviluppi pratici risalgono agli anni Sessanta, rappresentano l’evoluzione dell’illuminazione allo stato solido, ottenendo luce mediante semiconduttori anziché utilizzando un filamento in metallo o un gas.
L’illuminazione a LED è più efficiente dal punto di vista energetico, ha una durata maggiore ed è più sostenibile.
Non a caso oggi il criterio fondamentale nella scelta di un corpo illuminante non è più soltanto quello della potenza (watt) bensì la sua resa (lumen, unità di misura del flusso luminoso), cioè la quantità totale di luce visibile all’occhio umano. Ciò perché la tecnologia a LED garantisce risultati ben maggiori a parità di potenza rispetto alle vecchie luci ad incandescenza, nonché un ciclo vitale nettamente più lungo.
Negli ultimi anni si è così assistito ad una radicale trasformazione dell’illuminazione di ambienti interni ed esterni (compresa l’illuminazione pubblica), nonché ad una rivoluzione stessa del concetto di luce, con la possibilità di scegliere con cura intensità e colore dei corpi illuminanti.
D’ora in avanti, pertanto, la scelta delle lampadine sarà limitata quasi esclusivamente alle sole LED che – a fronte di un prezzo superiore rispetto alle vecchie lampadine – porterà notevoli vantaggi in termini di risparmio in bolletta e, soprattutto, di sostenibilità ambientale.