
La sicurezza economica della donna è un tema centrale nel contesto delle pari opportunità e dell’empowerment femminile, compreso il settore energetico. È quanto è emerso nel corso della seconda edizione del convegno “Donna Sicura”, tenutosi venerdì 25 marzo 2022 presso la Sala Grechetto di Palazzo Sormani a Milano.
Il tema dell’incontro (organizzato da ConFederSicurezza e Servizi con il patrocinio del Comune di Milano e la collaborazione di WinLet) era proprio “Pari Opportunità, Indipendenza Economica e Empowerment Femminile”.
Al convegno ha partecipato anche Luce e Gas Italia, affrontando le tematiche della povertà energetica e delle differenze di genere nel contesto delle forniture di luce e gas e dell’occupazione nel settore utilities.
Senza sicurezza non c’è vera indipendenza (e viceversa)
Il tema della sicurezza femminile è strettamente legato a quello dell’indipendenza economica. La violenza di genere, infatti, si perpetua non solo in forme fisiche, ma anche in forme psicologiche e sociali.
Basti pensare che una donna su tre di quelle che si rivolgono ai centri antiviolenza è a reddito zero, il che pone un gravoso vincolo all’interruzione della relazione abusante. Il rischio di povertà energetica, tra l’altro, pone ulteriori difficoltà alla reale emancipazione femminile, anche quando vi sia già autonomia familiare.
Di contro, una vera indipendenza economica e sociale non può prescindere dalla sicurezza personale, sia all’interno delle mura domestiche e lavorative che all’esterno.
Nel corso dell’incontro, abilmente moderato dalla giornalista Ilaria Garaffoni, c’è stato modo di unire le posizioni di istituzioni, enti ed imprese, cercando di cogliere quale sia il contesto attuale e quale sia la visione verso cui proiettarsi nel mondo della società civile, del lavoro dipendente e dell’imprenditoria.
Le pari opportunità e il ruolo delle istituzioni oggi
Il convegno non poteva che prendere il via da un’analisi dell’ambito istituzionale e socio-politico. Durante i saluti iniziali, Diana De Marchi, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, ha posto l’accento sulla sicurezza femminile nel contesto attuale e soprattutto nel periodo pandemico. La “cura” nei confronti delle donne (intesa sia come protezione che come attenzione alle loro esigenze) è stata infatti fondamentale nel garantire la sicurezza e le libertà di spostamento (e non solo) che hanno permesso loro di svolgere attività cruciali nel contrasto al covid-19.
A farle eco è stata Alessandra Tripodi, Viceprefetto di Milano, che ha sottolineato l’importanza di giungere ad un approccio uniforme – da parte delle forze dell’ordine e delle istituzioni – nella gestione delle emergenze sulle violenze di genere. Spesso, infatti, tali attività sono legate alla sensibilità del singolo operatore di polizia, mentre sarebbe fondamentale un protocollo d’intesa con i centri antiviolenza per una partecipazione corale di istituzioni, enti e società civile.
Eloquente anche il video-intervento del Ministro delle Pari Opportunità e la Famiglia, on. Elena Bonetti, che ha rimarcato quanto sia cruciale unire la promozione della parità di genere al contrasto alla violenza fisica, psicologica ed economica. La donna senza reddito è dipendente dall’uomo; pertanto è necessario investire nella formazione, nello sviluppo delle competenze e dell’imprenditorialità femminile, nonché nella parità di genere in aziende, enti ed istituzioni.
Sicurezza economica della donna: il gender gap nel contesto geopolitico
Estremamente interessanti i successivi interventi delle Europarlamentari Alessandra Moretti ed Anna Cinzia Bonfrisco, che hanno tracciato un quadro del panorama geopolitico attuale, con un focus sulle condizioni delle donne afgane e sulla guerra in Ucraina.
L’on. Moretti ha sottolineato come l’aumento della partecipazione delle donne ad attività economiche di spessore possa portare enormi benefici all’intera economia nazionale. Ma per farlo, è necessario abbattere quel salary gender gap che oggi vede un divario medio tra il -14 ed il -22% rispetto agli stipendi maschili (e cresce all’aumentare dei livelli di carriera).
L’on. Bonfrisco si è invece soffermata sulle conquiste femminili (come ad esempio la legge Golfo-Mosca sulla parità di genere nei consigli d’amministrazione e nei collegi sindacali delle società), evidenziando come esse non debbano però fermarsi alle élite ed alle sale istituzionali, bensì garantire benefici diffusi e quanto più uniformi possibile a tutte le donne.
La gender equity nelle aziende: parità di salario, di trattamento e di opportunità
Notevoli poi i contributi di tre professioniste dell’equity aziendale.
Maddalena Boffoli, avvocato ed equity partner dello Studio Legale Grimaldi, riprendendo il discorso sulla legge Golfo-Mosca e sulle quote rosa crescenti, ha sottolineato quanto sia importante garantire la presenza di sempre più donne a tutti i livelli delle aziende.
Paola Angeletti, COO di Intesa Sanpaolo, ha parlato di alcune azioni di private equity da promuovere all’interno delle aziende, che vanno dalle assunzioni equiparate alle pari opportunità di avanzamento di carriera, dalla formazione sull’inclusività al regolamento interno sul contrasto alle molestie sessuali.
Anna Gervasoni, direttore generale di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) ha evidenziato quanto sia essenziale oggi garantire i diritti della famiglia e della parità genitoriale sul posto di lavoro, anche di quelli spesso svalutati o minimizzati come, ad esempio, il diritto a partecipare alle recite scolastiche dei propri figli.
Infine, vi è stato l’encomiabile intervento di Alessandra Kustermann, ex Primario della Clinica Mangiagalli e presidente SVS Donna Aiuta Donna Onlus, che si è soffermata sulle reazioni delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza. Il senso di colpa nella violenza subita purtroppo non è cambiato: basti pensare che appena il 10% delle donne denuncia i maltrattamenti. Probabilmente ciò che ancora manca è il sostegno esterno, in una società che spesso tende a proteggere dalla calunnia chi è accusato di violenza più di quanto venga tutelata colei che l’ha subita.
Commenti finali affidati a Luigi Gabriele, Presidente di ConFederSicurezza e Servizi, che ha delineato un quadro delle attività svolte da e per le imprese italiane e tratto avvincenti conclusioni su quanto dibattuto nel corso degli interventi precedenti.

Foto di gruppo con le donne che hanno partecipato al convegno “Donna Sicura” [si ringrazia WinLet per la gentile concessione]
Il ruolo delle imprese nell’empowerment femminile
Successivamente si è svolta un’interessante tavola rotonda tra aziende, con la partecipazione del nostro Marco Giapponese (advisor e partner di Luce e Gas Italia), di Francesca Zanè (AD di Gruppo Civis) e di Davide Lucchini (General Manager di Daos Group).
Sulla scia di quanto già argomentato, si è dibattuto sulle azioni intraprese dalle aziende per garantire pari opportunità e indipendenza economica alle donne, fornendo spunti utili a individuare le tante occasioni da cogliere nei vari ambiti lavorativi.
La donna nel mondo dell’energia: tra esposizione alla povertà economica e una nuova visione imprenditoriale
L’intervento del nostro Marco Giapponese è stato incentrato sul ruolo della donna nel contesto energetico, sia come dipendente che come consumatrice.
Oggi il mondo dell’energia è declinato principalmente al maschile. Secondo i dati Eurostat 2020, il tasso di femminilizzazione delle imprese di energia è del 24,6% (contro una media generale del 42% in tutti i settori). “C’è da dire – sottolinea Giapponese – che in Luce e Gas Italia la bilancia dei dipendenti è molto più equilibrata, con il 52% uomini ed il 48% donne; tra i consulenti il divario certamente aumenta, ma comunque il numero di agenti di vendita femminili è decisamente più alto della media”.
Ben diversa è l’analisi da fare sugli utenti delle forniture di luce e gas. “Secondo alcuni recenti studi – continua Giapponese – le donne sono più soggette al rischio di povertà e, in particolare, al rischio di povertà energetica, amplificato oggi dalla crisi internazionale. Ciò è evidente soprattutto nei nuclei familiari monogenitoriali, in cui il capofamiglia femminile è in media più in difficoltà nel giungere a fine mese”.
È evidente che i problemi a procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici abbiano conseguenze negative sia sul livello di benessere che su quello di inclusione sociale. Non a caso, il contesto attuale sta portando le donne ad interessarsi maggiormente ai temi economico/finanziari (spesso distanti dalle scelte formative delle ragazze).
Ne consegue che le attenzioni verso la donna nelle società energetiche potrebbero e dovrebbero essere ancor più elevate rispetto ad altri contesti. “In tal senso, – conclude Giapponese – stiamo assumendo impegni sociali e commerciali nel promuovere maggiormente la sicurezza femminile nel nostro settore. Investiremo ulteriormente nell’equity aziendale e, a breve, presenteremo nuove proposte di mercato che prevedono beni e servizi finalizzati a questo scopo”.