
È stato pubblicato nei giorni scorsi il World Energy Outlook 2019, il rapporto sull’energia redatto ogni anno dall’IEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia. Istituita nel 1974, l’IEA ha lo scopo di facilitare il coordinamento delle politiche energetiche mondiali per assicurare la stabilità dell’approvvigionamento e garantire il dialogo internazionale tra i vari Paesi.
Dal rapporto 2019 non emergono grandi novità rispetto all’anno precedente: le proiezioni di sviluppo attuali restano assolutamente negative per il futuro del pianeta.
I dati raccolti mettono a confronto tre scenari: quello che segue il trend attuale (Current Policies Scenario), quello delle nuove politiche adottate dai governi (Stated Policies Scenario) e quello ideale per il futuro del pianeta (Sustainable Development Scenario).
Guardando al 2040 (che è la data di riferimento delle analisi dell’Agenzia), nel primo scenario le prospettive sarebbero pessime: aumento della domanda di energia (1,3% l’anno), tensioni sui mercati, innalzamento vertiginoso dei gas serra.
Nel secondo scenario, quello sulle intenzioni politiche e gli obiettivi dichiarati dai governi a livello internazionale, le prospettive sono meno gravi, ma comunque insufficienti sotto tanti punti di vista: centinaia di milioni di persone continuerebbero a non avere accesso all’elettricità, ci sarebbero cambiamenti climatici legati alle emissioni di CO2 ed il tasso di decessi legati all’inquinamento resterebbe pressoché inalterato.
Il terzo scenario, che traccia gli obiettivi ideali per un futuro sostenibile, punta a limitare il più possibile l’aumento delle temperature globali, tenendolo ben al di sotto dei 2°C. «Il mondo ha urgente bisogno di concentrarsi come un laser per ridurre le emissioni globali» ha dichiarato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA. «Ciò richiede una grande coalizione che comprenda governi, investitori, aziende e ogni altro attore impegnato ad affrontare i cambiamenti climatici. Il nostro Sustainable Development Scenario è fatto su misura per aiutare i membri di questa coalizione nei loro sforzi per affrontare la grande sfida climatica alla quale tutti noi facciamo fronte».
Non basta investire in fonti rinnovabili, ma serve un impegno concreto in efficientamento energetico, bonifica e riconversione degli impianti a carbone, vigilanza sulle emissioni, costante adeguamento delle politiche agli sviluppi tecnologici. E, soprattutto, bisogna fare presto.
«Non esiste una soluzione singola o semplice per trasformare i sistemi energetici globali. Molte tecnologie e carburanti hanno un ruolo da svolgere in tutti i settori dell’economia» conclude Fatih. Insomma, qualunque sia la strada intrapresa, per funzionare è necessario che tutto il sistema economico mondiale si adegui e remi verso un’unica direzione.
Scarica qui il report completo.
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